“….L’Unità si può anche
chiamare fuoco centrale o anima del
mondo. Fu nella scuola eleatica alla fine del VI secolo che si comprese la struttura
paradossale della ragione, Zenone e la sua scuola sostennero che non c’era
necessità nel rapporto fra nome e cosa (
taoismo del Dao De Jing),
significante e significato. Parmenide raccomandava di risalire dal sensibile
alle verità immutevoli. Il fatto che la
verità si alterni nell’esperienza con il
divenire, non la tocca, essa resta immutevole,
non soggetta a morte e nascita.
Questa opzione per la verità fu
spiegata in India come esperienza della psiche,…La conoscenza oscura dei
sensi diventa pienamente verace
superando il sensibile, andando alla sua radice, fino ai punti minimi erranti
nel vuoto, i cui vortici producono i mondi. Irrazionale sarà la religione e con
essa ogni comportamento eccessivo…
Protagora di Abdera nella seconda meta del V secolo si proclamerà
sapiente ovvero sofista affermando che l’uomo è la misura di tutte le cose:
questo è il principio supremo che improrerà l’era moderna. Egli insegnò che
sugli dei nulla si può asserire di
razionale, mancando una percezione sensibile
della loro presenza….
La prima sofistica, nata
in città democratiche, aveva difese il loro regime. Quella successiva, sorta in
tirannidi od oligarchie, appoggerà questo altro aspetto: ogni razionalismo deve
ricondursi per forza alla forza statale vigente….
Sarà Platone a combattere
la sofistica, a respingerne il razionalismo, evocando l’irrazionalità come
principio di ordine civile, d’ogni poesia, d’ogni filosofia….Lo strumento con
il quale andava al di là della razionalità sofistica e mostrava la necessità dell’irrazionale era
spesso la stessa triade che si vide all’opera in Oriente…. Platone alterna la
sofistica al mito… e la scrittura di chi ne scrive deve essere come un giardino di Adone, il vaso che in
certe feste si riempiva di arbusti dalla
crescita rapida: si gettava in acqua corrente come un sacrificio alla precarietà’……
Elemire Zolla: Filosofia perenne e mente naturale,
Marsilio, Venezia, 2013, pp. 47-49