Alcuni spunti, brevi frasi che parlarono di femminilita', di debolezza, che mi fan sentire la voglia di leggere un 'Trattato sulla debolezza', tanto credo che sia importante, specialmente di questi tempi...
Giorgio
Scerbanenco
Il falcone e altri
racconti
“ …in due passi le fu davanti, la mano tesa,……., nella
quale lei senti’ la sua forza, come una debolezza, in un mare di forza.” ( p.72)
“Lei si volse,…., senti’ di essere guardata , come in
certi momenti gli uomini guardano animalescamente le donne, e nel polveroso
buio del vasto appartamento senti’ subito caldo, dalle caviglie alla testa, per
quell’abito troppo aderente che la signora Doradori le aveva preso, mentre i
piedi e le mani rimanevano gelati.”( p.73)
“ E prima cerco’ di vedere, quando fu rimasto solo, se
poteva illunersi, aveva imparato in tanti anni di vita che non importa che le cose siano vere, ma che noi si abbia
la speranza che possano essere vere, ma per quanto…”. ( p.107)
‘…avvio’ piano per non fare rumore, davanti al cancello
fermo’, apri’ i battenti, ma ormai nessuno avrebbe piu’ raggiungerlo, si avvio’
nel buio gelido, ma senza odio, senza amarezza, senza disperazione, perche’ era
lui che aveva sbagliato, e non Eleonora, ma era stato qualche cosa piu’ forte
di tutta la sua saggezza, di tutta la sua prudenza, quando sul parametto
davanti al lago, d’improvviso, come emergendo, dal lago stesso, agile, morbida,
fluente, lei era saltata in piedi, in pullover nero e gonnellino grigio, le
gambe nude, la tozza treccia che ancora le frustava le reni per il balzo fatto.
Era stato per questo, e anche per questo le avrebbe lasciato tutto, la villa,
l’Estremadura, i colli intorno e il torrente, e anche il denaro, e anche la
liberta’ col divorzio, perche’ lei doveva goderne, non lui che aveva gia’
finito, che aveva gia’ anche troppo, e che non doveva far altro, ora, che
aspettare l’altra fine, con molta
pazienza, oh molta, perche’ tante volte la fine materiale tarda molto, molto, e
si sembra ancora vivi e non lo si e’ piu’ da tanto”. ( p.109)
“Era quasi il tramonto quando trovammo il coraggio di
muoverci. Avevo sempre la mia borsa, ma adesso ricordo quella contadina, quel
curioso segno che aveva fatto con la mano, come volesse racconglierci con un
cucchiaio, e mi sembrava di capire. Ci aveva fatto lo stesso gesto che faceva
ai pulcini per mandarli al sicuro in pollaio con le chiocce. Ne ero certo. Lei sapeva che dietro stavano
arrivando il tedeschi e aveva avuto per noi, sconosciuti, l’istintiva tenerezza
femminile, materna, protettrice, che aveva per i pulcini e per ogni creatura
vivente. Cambiai di mano alla borsa, continuando a camminare, sfinito, ma
adesso sapevo che la realta’ non era
quel fuggire, quella guerra, quello spietato pericolo di vita, ma ,
all’opposto, proprio quello che si trovava scritto nel mio romanzo e in tanti
altri, di tanti altri che scrivevano come me, di tenere donne e teneri
sentimenti. Le guerre passavano, tornavano e ripassavano ancora, ma le donne,
anche l’ultima delle contadine, avevano sempre quei gesti di istintiva
tenerezza e protezione femminile, per portare al riparo e salvare qualunque
creatura vivente sia in pericolo o abbia bisogno di aiuto…… La sciocchezza
forse era lui, che mi domandava se ero armato e che vedeva in ogni simile un
nemico, mentre la contadina del giorno prima aveva mosso la mano in quel gesto
curioso, come di raccoglierci e metterci al sicuro.” (p.150)
“Piu’ tardi ho imparato che gli ucraini, e mio padre era
ucraino, sono i latini di Russia, ma allora lo sapevo d’istinto, senza neppure
pensarci”. ( p.151).
“..fingevano di capire, ma io sentivo che non mi
capivano, e provavo un’oscura pena che mi ha seguito sempre, e mi segue ancora.’
( p.151)
“…Non era un rumore, era un continuo crollo. Un istante
dopo l’altro qualche cosa crollava rovinosamente, e questo per tutto il
giorno.” (p.158)
“…Non importa come se ne parlasse, anche sotto i discorsi
meno decenti, ciascuno, senza saperlo, senza volerlo, metteva una nota di
acuta, feroce nostalgia per la donna. Non era soltanto desiderio, anche se
sembrava che fosse soltanto quello, era la necessita’ spirituale, incoercibile,
di vivere in un mondo normale dove vi fossero anche le donne.” ( p.161-162)
“… Tutti i miei personaggi erano gente modesta, spesso
anche umile, che pensava solo a vivere…”. ( p.169)
“.. Come sempre , dopo, molto tempo, quando da anni
giaceva in una tomba…, cominciai a capire quello che doveva avuto sofferto, le
ansie che doveva aver avuto per me, l’angoscia di non potermi aiutare, la
disperazione di lascisarmi quando ero ancora cosi’ incapace di vivere.” (p.173)
“… In certi momenti non le parole scritte….Noi viviamo di
queste voci, di queste carezze di queste tenerezze….” (p.176)
“…sono le persone che credono in noi piu’ di quello che
noi siamo che ci rendono migliori….chi vede quello che noi non siamo ci aiuta a
essere un poco, ad avvicinarci un poco a
quell’ideale che eg;li vede in noi. … E io sono stato molto fortunato e ho
avuto sempre intorno a me qualcuno che mi credeva assai migliore di quanto io
fossi, e cosi’ mi aiutava a diventarlo un po.”
(p.181)
“… Una donna non vuole nulla e non spera nulla dai suoi
figli, vuole solo dar loro tutta se’ stessa.”
( p.196)
“…in questo sono
d’accordo con Shakespeare che dice:” negli occhi di donna sono le biblioteche,
le arti, i volumi”. (p.200)