Monday, 16 January 2017

Omaggio a Lou Reed 2 - I'll be your mirror 1/A - 1987
Enrico Perlo

Omaggio a Lou Reed 2 - I'll be your mirror 1/B - 1987
Enrico Perlo

Mostra collettiva  'LA MAPPA ED IL LUOGO'
Chiesa del Gonfalone - Fossano
Aprile-Maggio 1987
LA MORBIDA MACCHINA
testi di Riccardo Cavallo

Saturday, 14 January 2017


Alcuni spunti, brevi frasi che parlarono  di femminilita', di debolezza,  che mi fan sentire la voglia di leggere un 'Trattato sulla debolezza', tanto credo che sia importante, specialmente di questi tempi...

Giorgio Scerbanenco

Il falcone e altri racconti



“ …in due passi le fu davanti, la mano tesa,……., nella quale lei senti’ la sua forza, come una debolezza, in un mare di forza.”  ( p.72)

“Lei si volse,…., senti’ di essere guardata , come in certi momenti gli uomini guardano animalescamente le donne, e nel polveroso buio del vasto appartamento senti’ subito caldo, dalle caviglie alla testa, per quell’abito troppo aderente che la signora Doradori le aveva preso, mentre i piedi e le mani rimanevano gelati.”( p.73)

“ E prima cerco’ di vedere, quando fu rimasto solo, se poteva illunersi, aveva imparato in tanti anni di vita che non importa  che le cose siano vere, ma che noi si abbia la speranza  che possano essere vere,  ma per quanto…”. ( p.107)



‘…avvio’ piano per non fare rumore, davanti al cancello fermo’, apri’ i battenti, ma ormai nessuno avrebbe piu’ raggiungerlo, si avvio’ nel buio gelido, ma senza odio, senza amarezza, senza disperazione, perche’ era lui che aveva sbagliato, e non Eleonora, ma era stato qualche cosa piu’ forte di tutta la sua saggezza, di tutta la sua prudenza, quando sul parametto davanti al lago, d’improvviso, come emergendo, dal lago stesso, agile, morbida, fluente, lei era saltata in piedi, in pullover nero e gonnellino grigio, le gambe nude, la tozza treccia che ancora le frustava le reni per il balzo fatto. Era stato per questo, e anche per questo le avrebbe lasciato tutto, la villa, l’Estremadura, i colli intorno e il torrente, e anche il denaro, e anche la liberta’ col divorzio, perche’ lei doveva goderne, non lui che aveva gia’ finito, che aveva gia’ anche troppo, e che non doveva far altro, ora, che aspettare l’altra fine, con  molta pazienza, oh molta, perche’ tante volte la fine materiale tarda molto, molto, e si sembra ancora vivi e non lo si e’ piu’ da tanto”.  ( p.109)

“Era quasi il tramonto quando trovammo il coraggio di muoverci. Avevo sempre la mia borsa, ma adesso ricordo quella contadina, quel curioso segno che aveva fatto con la mano, come volesse racconglierci con un cucchiaio, e mi sembrava di capire. Ci aveva fatto lo stesso gesto che faceva ai pulcini per mandarli al sicuro in pollaio con le chiocce.  Ne ero certo. Lei sapeva che dietro stavano arrivando il tedeschi e aveva avuto per noi, sconosciuti, l’istintiva tenerezza femminile, materna, protettrice, che aveva per i pulcini e per ogni creatura vivente. Cambiai di mano alla borsa, continuando a camminare, sfinito, ma adesso sapevo  che la realta’ non era quel fuggire, quella guerra, quello spietato pericolo di vita, ma , all’opposto, proprio quello che si trovava scritto nel mio romanzo e in tanti altri, di tanti altri che scrivevano come me, di tenere donne e teneri sentimenti. Le guerre passavano, tornavano e ripassavano ancora, ma le donne, anche l’ultima delle contadine, avevano sempre quei gesti di istintiva tenerezza e protezione femminile, per portare al riparo e salvare qualunque creatura vivente sia in pericolo o abbia bisogno di aiuto…… La sciocchezza forse era lui, che mi domandava se ero armato e che vedeva in ogni simile un nemico, mentre la contadina del giorno prima aveva mosso la mano in quel gesto curioso, come di raccoglierci e metterci al sicuro.”  (p.150)

“Piu’ tardi ho imparato che gli ucraini, e mio padre era ucraino, sono i latini di Russia, ma allora lo sapevo d’istinto, senza neppure pensarci”. ( p.151).

“..fingevano di capire, ma io sentivo che non mi capivano, e provavo un’oscura pena che mi ha seguito sempre, e mi segue ancora.’ ( p.151)

“…Non era un rumore, era un continuo crollo. Un istante dopo l’altro qualche cosa crollava rovinosamente, e questo per tutto il giorno.”  (p.158)

“…Non importa come se ne parlasse, anche sotto i discorsi meno decenti, ciascuno, senza saperlo, senza volerlo, metteva una nota di acuta, feroce nostalgia per la donna. Non era soltanto desiderio, anche se sembrava che fosse soltanto quello, era la necessita’ spirituale, incoercibile, di vivere in un mondo normale dove vi fossero anche le donne.”  ( p.161-162)

“… Tutti i miei personaggi erano gente modesta, spesso anche umile, che pensava solo a vivere…”. ( p.169)



“.. Come sempre , dopo, molto tempo, quando da anni giaceva in una tomba…, cominciai a capire quello che doveva avuto sofferto, le ansie che doveva aver avuto per me, l’angoscia di non potermi aiutare, la disperazione di lascisarmi quando ero ancora cosi’ incapace di vivere.”  (p.173)

“… In certi momenti non le parole scritte….Noi viviamo di queste voci, di queste carezze di queste tenerezze….” (p.176)

“…sono le persone che credono in noi piu’ di quello che noi siamo che ci rendono migliori….chi vede quello che noi non siamo ci aiuta a essere  un poco, ad avvicinarci un poco a quell’ideale che eg;li vede in noi. … E io sono stato molto fortunato e ho avuto sempre intorno a me qualcuno che mi credeva assai migliore di quanto io fossi, e cosi’ mi aiutava a diventarlo un po.”  (p.181)

“… Una donna non vuole nulla e non spera nulla dai suoi figli, vuole solo dar loro tutta se’ stessa.”  ( p.196)

 “…in questo sono d’accordo con Shakespeare che dice:” negli occhi di donna sono le biblioteche, le arti, i volumi”. (p.200)










libretto  tascabile: Intorno ad una poesia di li po; 1982

fotocopia;  poi stampato.